Con la nascita di un biodistretto vengono essenzialmente messe in rete le risorse naturali, culturali, produttive di un territorio. Queste vengono così valorizzate da politiche locali orientate alla salvaguardia dell’ambiente, delle tradizioni e dei saperi locali. Generalmente la spinta propulsiva alla costituzione di un biodistretto proviene dagli agricoltori biologici che ricercano mercati locali in grado di apprezzare le loro produzioni, e dai cittadini, sempre più interessati ad acquistare a prezzi onesti alimenti sani e in grado di tutelare la salute e l’ambiente.
Sono però molti altri i soggetti e le organizzazioni che rivestono un ruolo determinante nella costituzione e nella gestione di un biodistretto, a cominciare dalle pubbliche amministrazioni e dalle scuole che, con le loro attività e gli acquisti sempre più «verdi», possono indirizzare le abitudini dei consumatori e dei mercati locali. Gli operatori turistici a loro volta, attraverso gli ecoitinerari ed il turismo rurale, possono puntare alla riqualificazione e alla destagionalizzazione dell’offerta turistica.
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Oggi la Valdichiana è una delle zone agricole più fertili d’Italia. La popolazione locale è dedita in buona percentuale al settore primario (agricoltura, allevamento e attività collegate), condotto mediante aziende agricole, ma anche da parte di numerosi coltivatori diretti. La fiorente agricoltura, grazie al grande sviluppo che dai tempi della bonifica non si è mai fermato, produce oggi elevate rese di cereali, ortaggi e frutta. Altro fiore all’occhiello è l’allevamento, tra tutti la razza bovina Chianina, che costituisce uno dei prodotti di punta identificativi della zona. A ciò si aggiungono la viticoltura e la produzione di numerosi vini di pregio, con particolare rilievo della DOC Syrah di Cortona, e l’ulivocoltura.
Sono però molti altri i soggetti e le organizzazioni che rivestono un ruolo determinante nella costituzione e nella gestione di un biodistretto, a cominciare dalle pubbliche amministrazioni e dalle scuole che, con le loro attività e gli acquisti sempre più «verdi», possono indirizzare le abitudini dei consumatori e dei mercati locali. Gli operatori turistici a loro volta, attraverso gli ecoitinerari ed il turismo rurale, possono puntare alla riqualificazione e alla destagionalizzazione dell’offerta turistica.